Tommaso Moro: biografia

Documento gentilmente concesso dal Centro Culturale “San Tommaso Moro”

1474
John More, Padre di Thomas More, magistrato di piccola nobiltà, sposa il 24 aprile di quest’anno Agnes Granger, che in sette anni dal 1475 al 1482 gli darà alla luce ben sei figli.

1478
Secondogenito dopo la sorella Joan, il 7 febbraio 1478 nasce a Londra Thomas More

1490
More entra come paggio in casa di John Morton, cancelliere d’Inghilterra e futuro cardinale.

1492
All’Università di Oxford segue gli studi di umanità.

1493
Nel New Inn di Londra inizia lo studio del diritto.

1496
Il 12 febbraio si trasferisce da New Inn al più prestigioso Lincoln’s Inn, perfezionando la sua preparazione giuridica. Vi resterà fino al 1500.

1497
L’uno settembre, muore Henry Abyngdon, organista del re, e More compone tre epigrammi funebri in suo onore (nn. 159, 160 e 161), altri due suoi epigrammi (nn. 273 e 274) appaiono a stampa ad Anversa in una grammatica latina per fanciulli intitolata “Lac puerorum”. Si tratta delle sue prime composizioni databili.

1499
Nel giugno Erasmo sbarca in Inghilterra, dove si tratterrà fino al gennaio 1500. In agosto More lo conduce a rendere omaggio al principe Enrico (il futuro Enrico VIII), allora in età di otto anni, al quale entrambi i visitatori offrono versi. Inizia da quell’incontro la loro fervida amicizia.

1501
Ammesso alla professione forense, dà lezioni di diritto a Furnival’s Inn, una scuola dipendente da Lincoln’s Inn; assolverà tale incarico fino al 1517. Prende stanza presso la Certosa di Londra, dividendo la severa vita dei monaci, per saggiare la propria vocazione ascetica.

1502
Approfondisce lo studio del greco e gareggia con William Lily nel tradurre in versi latini, diciotto carmi tratti dall’Anthologia Planudea; col titolo di Progymnasmata li pubblicherà nel 1518 in apertura della raccolta dei propri Epigrammata.

1504
Si apre il 21 gennaio la sessione del Parlamento; More vi siede alla Camera dei Comuni.

Dopo l’ottobre sposa la diciassettenne Jane Colt, figlia maggiore di un gentiluomo di campagna dell’Essex. La coppia si installa nel sobborgo di Bucklersbury sul Tamigi, nella casa detta The Barge («La scialuppa»), dove More abiterà fino al 1524.

1505
Probabilmente il 1 gennaio offre quale strenna la propria versione inglese della biografia di Giovanni Pico della Mirandola all’amica d’infanzia Joyce Lee , che ha preso a Londra il velo delle clarisse. Erasmo sosta per qualche mese in Inghilterra, ospite di More. Circa in settembre nasce la primogenita Margaret, colta, affettuosa e devota (m. 1544).

1506
Nasce la seconda figlia Elizabeth.

1507
Fino al 29 settembre More è pensioner di Lincoln’s Inn, dove assume poi funzione di butler (maestro di casa). Nasce la terza figlia Cecily.

1508
Probabilmente nell’autunno compie il suo primo e breve viaggio sul continente, dove visita le Università di Parigi e Lovanio, interessandosi ai programmi e ai metodi didattici.

1509
Il 21 aprile Muore a Richmond Enrico VII; l’incoronazione di Enrico VIII e di Caterina d’Aragona (sposi l’11 giugno) ha luogo a Westminster il 24. In agosto, reduci dall’Italia, giunge in Inghilterra Erasmo, il quale, ospite in casa di More, vi compone l'”Elogio della follia”.

In settembre More rappresenta i negozianti di Londra (la Mercers’ Company, che il 21 novembre lo accoglierà fra i suoi membri) nelle trattative con la città di Anversa.

Nasce John, quarto ed ultimo figlio, l’unico maschio, che morirà nel 1547.

1510
More rappresenta la City di Londra (21 gennaio) nel primo Parlamento convocato da Enrico VIII.

È chiamato (3 settembre) alla carica di vice-sceriffo di Londra; siederà ogni giovedì mattina per giudicare le cause spicciole del tribunale municipale. È nominato docente (22 ottobre) a Lincoln’s Inn per il ciclo di lezioni autunnale.

1511
I primi d’aprile Erasmo è daccapo ospite di More, cui dedica (9 giugno) l'”Elogio della follia”, destinato a vedere la luce ad Anversa l’anno seguente.

Tra il luglio e l’agosto muore, a soli 23 anni, la moglie Jane; dopo un solo mese di vedovanza, certo spinto dalla necessità di affidare a cure responsabili i suoi quattro bambini, si accasa con la quarantenne Alice Middleton, da due anni vedova di un mercer londinese, che ha con sé una figlia grandicella.

1512
Nel febbraio-marzo è daccapo deputato di Londra ai Comuni nel secondo Parlamento di Enrico VIII.

1513
Chiamato (13 settembre) a far parte di una commissione incaricata di provvedere al restauro del ponte di Londra. Inizia la stesura della History of King Richard III, cui non darà l’ultima mano e che vedrà la luce postuma nel 1641.

1514
Raggiunge a Lincoln’s Inn (1 novembre) il massimo grado accademico di lent reeder.

1515
Chiamato a far parte (7 febbraio) della missione diplomatica inglese incaricata di negoziare nei Paesi Bassi il rinnovo dei patti commerciali, More figura fra i destinatari delle istruzioni regie (7 maggio). Partito da Londra il 12, insieme al segretario personale John Clement, giunge a Brugge il 17 e là, poco più tardi, rivede Erasmo. Nelle pause delle difficili trattative ha occasione di recarsi per consultazioni a Magonza (1 luglio), a Tournai, e di visitare a Malines (agosto) Hiëronymus Busleyden, nella sua splendida casa-museo.

Tornato a Brugge, il 20 ottobre vi data la lunga lettera polemica diretta a Martin van Dorp in difesa di Erasmo.

1516
Scrive ad Erasmo (febbraio) di aver ricusato una pensione regia, che avrebbe compromesso la sua indipendenza professionale al servizio della Mercers’ Company. Nel primo semestre stende il libro I di “Utopia”.

È nominato (10 giugno) consigliere legale della Commissione annonaria di Londra.

Nuova sosta a Londra di Erasmo, sempre ospite di More.

In vista della pubblicazione, il 3 settembre, spedisce ad Erasmo il testo compiuto di “Utopia”, distinta ancora con il titolo originario Nusquama; il 2 ottobre l’amico gli assicura il proprio interessamento per la stampa. L’Utopia vede la luce nel dicembre.

1517
Una deliberazione regia (26 agosto) designa More con due colleghi a rappresentare l’Inghilterra in una controversia con la Francia per questioni di pirateria.

La missione conduce More a Calais ai primi di settembre; L’otto settembre Erasmo scrive a Moro di avergli inviato in dono il ritratto suo e di Pieter Gilles dal 29 di quel mese corre lo stipendio di 100 sterline annue assegnatogli quale consigliere reale.

1518
Dal 5 marzo More risulta al servizio del re, quale membro del Consiglio privato, e al cadere d’aprile Erasmo gli scrive col rammarico di vederlo allontanato dagli studi e dagli amici. More si dimette (23 luglio) dalla carica di vicesceriffo.

1519
Scrivendo ad Ulrich von Hutten (23 luglio), Erasmo delinea un affettuoso e lusinghiero ritratto di More.

1520
È chiamato (8 aprile) a far parte della commissione incaricata di ricevere l’imperatore e di rinnovare il trattato commerciale con l’Impero: muove da Greenwich (21 maggio).

Al seguito del re, per incontrare a Dover Carlo V; si imbarca (31 maggio) col re per l’incontro con Francesco I di Francia («campo del Drappo d’oro», 7-24 giugno).

1521
È nominato (2 maggio) cancelliere dello Scacchiere e vice-tesoriere d’Inghilterra; il suo stipendio annuo ascende ora a 173 sterline; è insignito del titolo di cavaliere, che lo autorizza a portare la collana d’oro con le S intrecciate e la rosa araldica dei Plantageneti.

La figlia Margaret, sedicenne, sposa (2 luglio) William Roper (1496-1578).

È chiamato (25 luglio) a far parte di una missione diplomatica, che sbarca a Calais il 2 agosto e raggiunge Brugge il 14; là si intrattiene con Erasmo, Vives e Gaspare Contarini.

1522
Convalescente da un’epidemia, riceve in dono dal re (8 maggio) la tenuta di South nel Kent.

Intraprende, in gara con la figlia Margaret, un trattato ascetico su “The Four Last Things”, che lascerà incompiuto e verrà pubblicato postumo nel 1557.

1523
Con lo pseudonimo «Ferdinandus Baravellus» firma (13 febbraio) la dedica di una sua polemica “Responsio” contro Lutero; l’opera avrà una seconda edizione in settembre, con un’aggiunta di 60 pagine, sotto il nuovo pseudonimo di «Gulielmus Rosseus».

È eletto (15 aprile) speaker della Camera dei Comuni nel quarto Parlamento di Enrico VIII.

1524
Si installa, prima dell’ottobre, nella sua nuova, grande casa di Chelsea sul Tamigi.

È nominato (10 giugno) high steward, cioè patrono e censore, dell’Università di Oxford.

1525
Negozia e conclude (28-30 agosto) la tregua con la Francia.

Assume le funzioni di cancelliere del ducato di Lancaster. È nominato (novembre) high steward anche dell’Università di Cambridge.

1526
Lascia (24 gennaio) l’ufficio di cancelliere dello Scacchiere. Rientra (14 luglio) da una breve missione diplomatica in Francia. Il re gli concede (19 novembre) una prebenda ecclesiastica a Westminster.

Giunge ospite a Chelsea il grande pittore Hans Holbein, che ritrarrà l’intero gruppo di famiglia e fisserà le sembianze di More in una celebre tavola.

1527
Il vescovo di Londra Cuthbert Tunstall incarica More (marzo) di confutare le tesi dei riformati. Nominato (25 aprile) membro della commissione destinata a negoziare la pace con la Francia; al seguito del card. Wolsey, lascia Londra. Il re gli rivela (ottobre) la propria decisione di ottenere il divorzio; More si schermisce, sostenendo che si tratta di un affare da teologi e da canonisti.

1528
Fa restaurare a sue spese una cappella nella chiesa d’ognissanti a Chelsea.

1529
Insieme a Tunstall è designato (30 giugno) a rappresentare l’Inghilterra alla conferenza di Cambrai con la Francia; lasciata Londra il 1 luglio, il 4 è a Calais e il 5 a Cambrai, dove il 3 agosto viene firmata la Pace delle Dame; il 20 More ne dà relazione al re.

Caduto in disgrazia il card. Wolsey, More riceve a Greenwich (25 ottobre), dalle mani del re, il Gran sigillo e diventa cancelliere del regno; il suo stipendio sale a oltre 400 sterline annue.

All’apertura del Parlamento (3 novembre) presiede ex officio la Camera dei Lords.

1530
Ai primi di dicembre si spegne il padre, John More.

1532
Adducendo a pretesto la cattiva salute, l’eccesso di lavoro e il compenso insufficiente, si dimette (16 maggio) dalla carica di cancelliere e il 19 consegna al re il Gran sigillo; in realtà, non si sente di appoggiare la condotta del sovrano nella questione del divorzio.

Costruisce la tomba di famiglia nella chiesa di Chelsea e vi trasporta i resti della prima moglie: un affettuoso epitaffio esprime la volontà di riposare accanto alle sue due consorti.

1533
Anna Bolena viene incoronata regina a Westminster (1° giugno): More si esime dall’assistere alla cerimonia.

1534

Invitato a prender posizione netta nella controversia sul divorzio reale, si presenta (13 aprile) al palazzo arcivescovile di Lambeth e rifiuta di sottoscrivere l’«Atto di successione». Viene carcerato (17 aprile) nella Torre di Londra; ammalato, sofferente, ma sereno; compone vari scritti di meditazione e di ascesi religiosa.

1535
Nel corso di quattro drammatici interrogatori (30 aprile, 7 maggio, 3 e 14 giugno), tiene testa con pacata fermezza alle minacce e alle blandizie dei giudici asserviti al monarca. Viene condannato a morte (Westminster 1 luglio) sotto l’imputazione «di aver parlato del re in modo malizioso, traditoresco e diabolico». Scrive (5 luglio) l’ultima lettera a Margaret, benedicendo tutti i suoi cari.

Il 6 luglio, alle 9 del mattino, viene decapitato sulla Tower Hill per gentile concessione del re, che gli risparmia l’impiccagione inflitta ai traditori; la sua testa mozzata viene esposta sul Ponte di Londra, rimpiazzando quella del card. John Fisher, che era stata troncata il 22 giugno.

Un’ondata di sdegno e di commiserazione corre l’Europa: una Expositio fidelis del suo comportamento e del supplizio patito con inflessibile animo circolò largamente, a partire dal 23 luglio, sotto il nome sibillino di «Philippus Montanus», che cela forse quello illustre di Erasmo; largamente nota fu anche la lettera di eguale argomento spedita il 9 agosto dal cardinale Niccolò Schönberg al card. Marino Caracciolo.

Vari scritti ascetici vergati da More in carcere videro la luce postumi.

Nel 1889 papa Leone XIII lo beatificò e nel 1935 (19 maggio), quarto centenario del supplizio, Pio XI lo proclamò assunto fra i santi. Il 31 ottobre del 2000 Giovanni Paolo II lo dichiara patrono di politici e governanti.